La bella lavanderina compra la lavatrice

Un’antica filastrocca racconta che una vecchia lavanderina lavava i fazzoletti per i poveretti della città. Questa storiella ha fatto saltare e girare su se stessi bambini di tutte le epoche e di tutto il mondo. Perchè questa lavandaia faceva tanto divertire?

Lavare i fazzoletti a mano di molti poveretti della città, non sembra uno svago eccitante; quando da adulti, nelle nostre case si ha a che fare col bucato, è tutto tranne che simpatico. In quest’articolo racconteremo alla vecchia lavanderina le varie tattiche usate nel tempo dalle sue discendenti, per lavare i fazzoletti dei poveretti.

Cenni storici

La lavabiancheria è un moderno elettrodomestico che nasce in epoche antiche; per conoscerne le origini e i primi prototipi, dobbiamo infatti tornare molto indietro nel tempo. Fu infatti a partire dall’epoca medioevale, che il bucato si trasferì dalle classiche tinozze alle caldaie a vapore. In seguito, nel 1800, iniziarono a fare la loro comparsa le prime rudimentali macchine. Sembra che fu infatti una lavandaia inglese a acquistare un cilindro rotante, riempirlo di panni e azionare il meccanismo che agitava quei vestiti in acqua precedentemente saponata.

Nella forma non la riconosceremmo come antenata dell’attuale apparecchio, ma nella sostanza la tecnica che le consente di igienizzare la nostra biancheria è praticamente invariata. Quella povera donna di fine ottocento doveva preoccuparsi di girare una manovella per tutto il periodo del lavaggio. Questo procedimento era davvero sfibrante. Per vedere il primo modello elettrico al servizio di qualche casalinga, dobbiamo aspettare il 1910 e da allora c’è stato il vero ingresso sul mercato destinato ad avere un successo quasi senza pari.

Tipologie di lavabiancheria

Esistono due diverse tipologie di lavatrice: a carica dall’alto e con lo sportello anteriore.
Nel primo caso il carico viene effettuato aprendo l’elettrodomestico nella parte superiore e spingendo dentro i panni. Le dimensioni di questo modello sono ridotte. Il vantaggio è recuperare spazio, lo svantaggio il carico ridotto e l’estrazione più difficoltosa per la schiena della massaia che deve tirare verso l’alto quel peso bagnato.

Nel caso dei modelli a carica anteriore, l’oblò viene aperto come un comune sportello e il cestello può essere sfruttato nella sua capienza decisamente più generosa. Gli articoli cosi strutturati consentono di sfruttare completamente la superficie della lavatrice, appoggiandoci oggetti e addirittura impilando altre macchine come una lavasciuga, con la quale formano una coppia ideale.
Il mercato offre migliaia di modelli e misure e scegliere non è cosi facile.

Individuare un modello, ovviamente il migliore

Davanti alle decine di esemplari sul mercato, è normale che ai più sorgano molte domande. Questa guida faciliterà la scelta chiarendo alcuni dubbi e fornendo un elenco aggiornato degli esemplari migliori. Per usufruire di questi utili suggerimenti si può cliccare il seguente link: https://www.migliorlavatrice.it

L’acquirente ha alcune pretese sulle quali non transige. Stabilità della macchina in funzione, consumo energetico minimo, sistema anticalcare, avviso manutenzione ordinaria, cicli ecologici e preferibilmente controllo da remoto, ormai considerato un optional quasi indispensabile.  Ogni massaia mentre valuta l’acquisto di una lavatrice, pensa inevitabilmente alla possibilità di abbinarci anche un’asciugatrice.

Sul mercato esistono le lavasciuga, ideate per fondere le due attività. Le criticità di tale macchinario sono però evidenti; meglio avere due impianti diversi, ma azionabili contemporaneamente, che uno solo. Se si lava non si può contemporaneamente asciugare un bucato urgente. L’investimento di denaro iniziale è alto, ma il risparmio in termini di tempo non avrà prezzo. Poi se si guasta uno dei due sistemi, rischia di bloccarsi in concomitanza anche l’altra fase operativa, rendendo il tutto ko, inutilizzabile.

La lavasciuga ha il solo vantaggio dello spazio risparmiato, che a dire il vero, in certi alloggi moderni, nei numerosi monolocali delle grandi città, privi di un’aria per stendere la biancheria, e soffocati dallo smog generato dal traffico intenso, si trasformano in alleati indispensabili.