La cromatura moderna

Nel campo, di per sé vasto e complesso, delle finiture superficiali, ci sono pochi procedimenti tanto utili e versatili per applicazione quanto quello che tutti conosciamo come cromatura. Che venga effettuato per proteggere una superficie dalla corrosione, per indurire un profilo di taglio, o ancora meramente a scopo estetico come spesso accade, tutti sappiamo riconoscere dall’aspetto un pezzo cromato. Ciò che però forse non sappiamo è che questa tecnologia, per via di svariate complicazioni di ordine normativo ed ecologico, ha subito in anni recenti profonde modifiche, arrivando a potenzialità un tempo assolutamente impensabili.

L’intero problema è nato dalla constatazione, purtroppo indiscutibile, di un difetto grave della lavorazione di cromatura tradizionale, nota come procedimento con cromo esavalente: era una procedura estremamente inquinante, e le scorie prodotte potevano contaminare in modo gravissimo ed altamente tossico l’ambiente, oltre ad essere pericolose in maniera diretta per chi lavorasse negli ambienti industriali dove si formavano. Inoltre il procedimento di cromatura tradizionale era molto specializzato, e c’erano molti tipi di superfici sui quali non poteva essere praticato. L’introduzione di diverse norme a tutela dell’ambiente e dei lavoratori ha costituito il colpo di grazie per questa tecnologia.

Non essendo però cessata la necessità di disporre di pezzi cromati, è accaduto quel che, fortunatamente, sempre accade in questi casi: è stata sviluppata una nuova, diversa e più sicura – oltre che più performante – metodologia di cromatura. Si tratta della cromatura chimica (a differenza di quella tradizionale, che era basata sull’elettrolisi), la quale presenta essenzialmente tre grandi vantaggi. Per prima cosa non fa uso del cromo esavalente, ma di un cromo molto meno inquinante e pericoloso, che rimane nei limiti delle norme ambientali e di sicurezza. In secondo luogo, deposita uno strato di cromo molto più sottile, il che permette alla procedura di funzionare anche su parti flessibili, su cui prima la cromatura falliva. E infine, è possibile cromare anche materiali non metallici, prima impensabili, come la plastica, la fibra di vetro, o il legno: praticamente qualsiasi superficie.) Unico svantaggio, che sta tuttavia venendo rapidamente superato, la durata inferiore della cromatura rispetto a quella tradizionale.